FONTANELLATO

Circondato da un fossato pieno d’acqua e protetto da ampie mura merlate, dall’esterno la Rocca Sanvitale ricorda una fortezza, antica e inespugnabile. 

Il nostro itinerario non può che partire dal simbolo stesso del borgo di Fontanellato che ha conservato intatti i suoi tratti originari, ed un carattere tipicamente padano nella corona di case basse e strette dalle facciate multicolori intorno all’ampia piazza e alla sua rocca, dapprima appartenuta alla famiglia dei marchesi Pallavicino, poi ai conti Sanvitale. 

Una costruzione difensiva che esisteva fin dal 1124, ma la fortificazione che possiamo vedere oggi risale al XV secolo, anche se poi in parte modificata nei secoli successivi. La Rocca è ancora interamente circondata da un ampio fossato colmo d’acqua ma l’antico ponte levatoio ha lasciato invece il posto a un ponte in muratura. Fontanellato è il toponimo di “Fontana lata” ovvero grande fontana, con riferimento ai fontanili, sorgive naturali di pianura che si osservano ancora oggi nella Bassa parmense. Tali sorgenti emergono in superficie portando acque limpide che alimentano diversi canali, tra cui appunto il fossato intorno la Rocca. Oggi sede municipale, molte delle sue sale sono aperte al pubblico. I bellissimi affreschi delle stanze nobiliari e i raffinati arredi risalgono al XVI secolo, quando la Rocca fu adibita a elegante dimora. Il gioiello più prezioso è la “Saletta di Diana e Atteone” affrescata da Francesco Mazzola, il pittore manierista emiliano meglio conosciuto come “Il Parmigianino”. Dipinta nel 1523-1524, la volta è decorata con putti sullo sfondo di un fitto pergolato con, al centro, un ampio squarcio di cielo ed uno specchio rotondo recante il monito “respice finem”.

La Rocca Sanvitale è il fulcro del centro storico di Fontanellato: attorno, oltre alla piazza – dove ogni terza domenica del mese di svolge il Mercatino dell’antiquariato con oggettistica di spessore – si possono ammirare edifici storici caratterizzati da un lungo porticato e poco distante si trova l’Oratorio dell’Assunta, costruito nel XVI secolo, poi restaurato nel XVIII secolo in stile barocco. Da vedere anche i lavatoi risalenti all’Ottocento, oggi riqualificati in funzione di arredo urbano. Lungo l’itinerario incontrerete anche l’antico Teatro comunale, risalente al Seicento.

Proseguendo, si giunge al Santuario della Beata Vergine del Rosario, un luogo di culto molto amato. L’edificio che potete ammirare oggi risale alla metà del XVI secolo, ma fu costruito su un precedente del XIV secolo. L’imponente facciata neobarocca è invece del 1912. All’interno si trova la statua della Madonna del rosario: si dice sia miracolosa e per questo motivo si possono vedere nella galleria dietro l’altare innumerevoli ex voto, un segno di devozione popolare per la grazia ricevuta.

A pochi chilometri dal centro di Fontanellato, nella frazione di Priorato, si trova la chiesa di San Benedetto. Il grande complesso, costruito nell’XI secolo dai monaci benedettini, è stato riprogettato nel corso del XVIII secolo. Mentre nella frazione di Toccalmatto si trova la suggestiva chiesetta dei Templari, costruita dai Cavalieri del Tempio nel 1160. 

La campagna di Fontanellato custodisce infine una sorpresa: il Labirinto della Masone. Il grande parco, modellato dall’estro e dalla volontà dell’editore Franco Maria Ricci, ospita il più grande labirinto esistente al mondo, composto interamente di piante di bambù (in totale sono circa 200 mila), alte tra i 30 centimetri e i 15 metri, appartenenti a venti specie diverse: un percorso in cui inoltrarsi e perdersi per fantasticare e riflettere, accanto ad importanti spazi espositivi dove sono allestite mostre e si svolgono eventi culturali.

Fontanellato è quindi il punto di partenza di numerosi itinerari alla ricerca di luoghi e curiosità fra le pianure della bassa parmense: paese che incontri, rocca che trovi. Come nella vicina Soragna, con l’imponente quanto elegante Rocca Meli Lupi, dal nome della famiglia che fin dal 1385 la abita, e nelle cui sale, narra la leggenda, pare si aggiri il fantasma di Donna Cenerina , assassinata nel 1573 dal cognato. E ancora oggi il suo uscire allo scoperto indicherebbe tristi presagi per la famiglia Meli Lupi.

A San Secondo la rocca fu costruita per volere del nobile Pier Maria Rossi nella prima metà del XV secolo; anche il vicino paese di Roccabianca si è sviluppato
intorno al grande castello che fu edificato sempre dal Rossi, questa volta come segno e pegno d’amore per l’amata Bianca Pellegrini, da cui appunto il nome Roccabianca.

A pochi chilometri infine trovate Fontevivo, dove stavolta il tratto distintivo è
l’imponente abbazia, fondata nel 1142 dai monaci Cistercensi e che ancora oggi
conserva, nella austerità della sua architettura, fascino e mistero.